Ieri sera la Mediterranea ha inaugurato la serie di eventi “Università aperta” voluti dal rettore Pasquale Catanoso.
Inaugura un tu per tu con Roberto Gervaso, giornalista, scrittore e commentatore, introdotto dal procuratore Salvatore Di Landro e dal prof. Felice Costabile.
Un’ora e mezza affrontata con la “focosa incompetenza” di chi “è specialista in nulla”: dai ricordi dei maestri Montanelli e Prezzolini, alla storia romana, passando per gli apprezzamenti alla sua Calabria (la madre di Catanzaro), alla cucina da Guida Michelin della signora Mercedes (in Di Landro) al cardiologo Franco Romeo che gli ha salvato la vita afferrandolo per l’unico capello (“Per fortuna, perché mia moglie vestita di nero sta malissimo…”).
Ha narrato il primo incontro con Indro Montanelli nella casa di Roma: una colazione animata che segnò l’inizio di una lunga e fortunata collaborazione.
Alla sua formazione ha contribuito la passione per i classici, definiti i migliori esempi di scrittura per i giornalisti, da sostituire alla lettura dei comunicati di agenzia.
Per Gervaso i mali dell’Italia sono riconducibili alle caratteristiche degli italiani: pecore perché conformisti e anarchici perché ognuno vuole fare a modo suo. “Gli italiani preferiscono avere torto in molti che avere ragione da soli”.
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Il rettore Catanoso, a conclusione dell’evento, ha consegnato nelle mani di Gervaso la medaglia dello scultore Greco.
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