La giuria del Premio NewItalianBlood Under 30, composta dagli architetti Massimo Alvisi, Luigi Centola, Raffaele Cutillo, Antonella Mari, Santo Marra, ha selezionato, su un totale di 336 partecipanti, 36 progetti assegnando loro 3 premi, 13 menzioni d’onore e 20 segnalazioni.
Una Menzione d’onore è stata attribuita alla tesi di
Andrea Barbaro dal titolo Bamboo architecture for the village of rural makers,
Relatore prof. Antonello Russo, Correlatore prof.ssa Francesca Giglio.
Il progetto, localizzato a Changtai (China), muove dall’esigenza di trovare soluzioni alternative alla rapida urbanizzazione dei centri urbani ed allo spopolamento dei villaggi rurali cinesi. Le scelte insediative, fondate sulla lettura della componente morfologica del territorio, delineano la misurazione di un’isola insediativa autonoma dove l’uso di terrazzamenti in pietra a gravità consente la realizzazione di residenze per gli agricoltori e spazi verdi coltivabili come opportunità di lavoro e di sviluppo economico. Particolare attenzione è riservata all’uso di materiali locali, legno e bambòo impiegati nella realizzazione delle infrastrutture e dei percorsi interni ed esterni, e all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.
Una Segnalazione è stata attribuita alla tesi di
Enrico Pata dal titolo Parco Archeologico nella Magna Graecia a Vibo Valentia,
Relatore prof. Giuseppe Arcidiacono, Correlatore prof. Carmine L. Quistelli.
L’area archeologica di Vibo Valentia si trova nel cuore della città. Frammento superstite alla pressione urbanistica era, al tempo della città romana di Valentia il luogo dove sorgevano le domus. Dagli scavi ne riemergono i tracciati murari e alcuni pavimenti decorati a mosaico. Il progetto tende a organizzare e valorizzare una nuova idea di parco archeologico, scegliendo come tema quello del foro romano. Ad esso vi si accede mediante due piazze, messe in collegamento. Quella che ospita l’antiquarium riqualifica il vuoto urbano a nord oggi adoperato da ambulanti venditori, creando uno spazio che ha per fulcro le attività sociali e funzionali al parco, mentre sotto terra “nasconde” una vera e propria struttura museale contenente quanto sarà messo alla luce con gli scavi. I rinvenimenti archeologici sono protetti da coperture che danno modo di poter finalmente disseppellire i grandi tesori del sottosuolo, con un sistema modulare e durevole, concepito come un elemento poggiato e assumendo come prassi progettuale la logica della tutela.