«Ho assistito a uno dei lavori più evangelizzanti che io conosca.»
Mons. Giancarlo Bregantini
«Eppiru a veniri muccusi comu a vui mi mi fannu ciangiri…»
prof. Pasquino Crupi
Recuperato da Mimmo Martino, ’U rivoggiu da Passioni (L’orologio della Passione) ha rappresentato il punto di partenza di questo lavoro, costruito dai Mattanza mettendo insieme brani tratti dalla cultura popolare calabrese: brani tramandati oralmente, che descrivono i momenti salienti della Passione di Gesù nell’ottica della tradizione folklorica.
Nasce così Cantu da Passioni: dai racconti che, dal 1976 ad oggi, la signora Nannina, donna Lucrezia, Cicciu ’u barberi e tanti altri hanno narrato a Mimmo, che ha percorso il territorio calabrese al fine di incontrare la gente che ancora conserva nella propria memoria stupende pagine di letteratura popolare.
L’ospitalità e la generosità innata della gente di Calabria hanno consentito il recupero di preziosi contenuti che, altrimenti, sarebbero andati irrimediabilmente perduti.
Da queste fonti nasce una raccolta di poesie, testi e canzoni capace di valorizzare e rinvigorire il patrimonio storico e culturale di un popolo la cui storia secolare ha ispirato grandi artisti.
Nella rappresentazione, il dolore di Cristo si perpetua nell’attualità delle vittime innocenti che si continuano a piangere: donne e uomini morti di mafia, di mancanza di lavoro, di povertà, di viaggi della speranza, ma soprattutto di indifferenza e superficialità.
I Mattanza sono l’unico gruppo che vive a cavallo dello Stretto di Messina, l’unico gruppo che canta in dialetto calabrese e siciliano ma parla tutte le lingue del mondo. Un collettivo di sette artisti che ha realizzato l’unico Ponte possibile fra le due sponde, quello musicale; ma ha anche realizzato 6 dischi e tournée in tutta Europa con il proprio suono ricco di strumenti tradizionali e modernità mediterranea.