L’Italia è un Paese caratterizzato da una diffusa sismicità, come è testimoniato dai numerosi terremoti che si sono da sempre succeduti, con effetti talvolta disastrosi. Oggi, forse più che in passato, anche terremoti di bassa intensità possono causare effetti significativi in tessuti urbani molto vulnerabili e densamente abitati quali sono quelli italiani.
Le città, con i loro territori comunali, sono una realtà viva e indispensabile per la vita economica, sociale e culturale del Paese. Tuttavia, la loro storia sismica è quasi sempre ignorata dai residenti, dagli amministratori e perfino dai professionisti dell’abitare, ed è assente nella cultura diffusa: sia i danni causati dai terremoti, sia le successive ricostruzioni sono fatti dimenticati, o mai del tutto compresi.
L’Atlante Le città italiane fra azzardo sismico e mancata prevenzione, che viene presentato in questo convegno, apre una finestra sui danni causati dai terremoti nelle città e nei loro territori, sulle travagliate e lunghe ricostruzioni e sulle tante riparazioni, più o meno affrettate; ma anche sull’erosione dei beni culturali e sugli elementi antropici che hanno concorso e che concorrono tuttora all’aumento della vulnerabilità del costruito urbano. Il termine azzardo, qui usato, deriva dall’arabo a-zahr e indica il gioco dei dadi, in cui la sorte – in questo caso l’accadimento dei terremoti – non è nota né programmabile e gli esiti sono del tutto incerti. Quello che invece si può prevedere è la risposta dell’edificato, pur con margini di incertezza, grazie ai saperi tecnici e alla conoscenza di cosa è già successo in passato.
In Italia la prevenzione non è stata e non è un pilastro della cultura e della governance del Paese, ma è ora che nuove strategie trasformino la consapevolezza della pericolosità sismica e della vulnerabilità delle nostre città in una vera cultura del rischio e della sicurezza, quindi in un motore economico e sociale a vantaggio di tutti i centri abitati e delle future generazioni.