La Mediterranea si mobilita
Lo stato di agitazione che ha coinvolto tiepidamente l’Ateneo della Mediterranea nei mesi estivi è esploso questo pomeriggio alle ore 16,30, quando, in seguito ad una partecipata assemblea, le studentesse e gli studenti hanno occupato l’Aula Magna di Ateneo Antonio Quistelli.
La forma di protesta adottata dagli studenti, l’occupazione, assume nel nostro territorio una duplice valenza: da una parte l’adesione alla protesta generalizzata che si sta attuando nel paese; dall’altra, la necessità di un segnale forte alla cittadinanza reggina, da momento che a seguito dei tagli introdotti dalla cosiddetta “riforma” Gelmini, le dinamiche sociali, economiche e occupazionali, che la presenza dell’Università ha innescato negli anni, subirebbero una grave battuta d’arresto.
Con questo vogliamo esprimere tutto il nostro dissenso verso un disegno di legge che riteniamo, in una parola, distruttivo. Non si tratta, come oramai sosteniamo da mesi, di una riforma, ma di una manovra totalmente economica finalizzata a depredare i fondi della formazione. Prova ne è il fatto che secondo il disegno di legge il Ministro dell’Università diviene referente del Ministro dell’Economia, che è l’unico titolato a decidere sugli stanziamenti per l’Università.
La condivisione dei Rettori italiani, nella loro forma più autorevole, ossia la CRUI, di questa scellerata riforma è il sintomo del reale percorso che questo decreto andrà a spianare: rafforzamento delle baronie e istituzione del Super Rettore. Per questo gli studenti reggini, insieme a tutti gli studenti italiani, manterranno lo stato di agitazione, coerentemente con quanto dichiarato dall’Ateneo a luglio, pretendendo il ritiro del ddl, a favore di una discussione orizzontale che possa introdurre dei reali cambiamenti nel sistema della formazione. Alla nostra università, invece, chiediamo il blocco della didattica di tutto l’Ateneo sino a quando le Camere non si saranno pronunciate in merito. Inoltre, chiediamo un riassetto totale dell’organizzazione dell’Università, che sia improntata su criteri di trasparenza e partecipazione.
Studenti e studentesse della Quistelli occupata