Nella Biblioteca della Facoltà di Architettura è toccato ad Alessandro Bianchi e Francesco Arillotta presentare "Itinerari mediterranei", il nuovo libro del prof. Enrico Costa. Il sottotitolo dichiara già in copertina i luoghi e i protagonisti del suo viaggio: "Simboli e immaginario, fra mari, isole e porti, città e paesaggi, ebrei cristiani e musulmani nel Decameron di Giovanni Boccaccio".
Non è un romanzo, scrive Costa, ma itinerario anche personale che attinge agli inverni tunisini. Ricordi salvati dalla tentazione di una contemplazione privata per il sopravvento, sulla gelosia dei ricordi, dell'amore dichiarato e infinito per il Mediterraneo.
Approccio storico per l'introduzione di Alessandro Bianchi: tra la dissoluzione del mondo antico e la nascita della modernità, ecco il Medio-evo di Boccaccio con le contraddizioni, le ombre della dissoluzione e le luci del parto imminente della (nostra) modernità. A Enrico Costa il merito di aver cercato e trovato senza artifici, connessioni tra quel Mediterraneo e il nostro.
Assente per altri impegni, Renato Nicolini ha rivendicato non solo la consistenza geografica e storica del Mediterraneo, ma la sua "esistenza storica, molto prima dell’apparente eterno presente del nostro mondo globale".
Per il resto, rimandiamo all'opera del decano-urbanista che, scommettiamo, non è ancora stanco di esplorare.