1_CONTENUTI
Il corso affronta in modo sistematico le tecniche sia analogiche che digitali della rappresentazione di manufatti concreti e di progetti nel contesto culturale del secondo dopoguerra italiano. Lo scopo è quello di documentare un periodo di rinascita culturale e di ripresa ove si sono innovati i linguaggi grafico-progettuali.
Il corso è orientato prevalentemente alla sperimentazione di esperienze di sintesi applicativa dei saperi, per i quali i principi costitutivi della rappresentazione hanno ragione di scelta riguardo ai metodi e alle tecniche, sia di tipo analogico che digitale, in riferimento ai manufatti e all’ambiente esistente che del progetto, per interpretarne criticamente le possibili configurazioni, ai fini di una efficace comunicazione.
Per quanto riguarda gli obiettivi formativi specifici del Corso di Studio, il corso intende perseguirli attraverso una adeguata conoscenza del contesto storico dei manufatti e dei progetti indagati, nonché dei manifesti artistici e culturali che hanno animato la cultura del progetto del periodo preso in esame, comprese le tecnologie e le scienze umane ad essa attinenti; della capacità di cogliere i rapporti tra uomo e creazioni architettoniche e tra creazioni architettoniche e il loro ambiente.
2_PROGRAMMA DEL CORSO
I temi trattati nel corso riguardano le tecniche di rappresentazione per la commercializzazione dei prodotti attraverso la lettura e l’analisi critica dei quartieri fieristici e dei padiglioni espositivi realizzati nel secondo novecento, e in particolare nei quindici anni tra il 1946 e il 1960 in Italia.
In particolare si esamineranno gli apparati effimeri della comunicazione visiva, i loro progetti, le tecniche grafiche utilizzate e i riferimenti al mondo dell’arte e della grafica in relazione ai progetti architettonici.
I risultati attesi riguardano la costruzione di un archivio digitale di un patrimonio architettonico, spesso effimero e quindi fortemente modificato se non addirittura scomparso, che attesti una memoria di progetti e di prodotti che hanno costituito una “macchina visuale” composta da architettura e scenografia.
Il tema di anno si attesta sul modello post guerra della Fiera del Mediterraneo di Palermo, quartiere fieristico realizzato nel 1946 e potenziato negli anni ’50. I riferimenti disciplinari riguardano i progetti dei diversi padiglioni e le interessanti occasioni di sperimentazione di linguaggi innovativi, tecnologie costruttive, nuovi materiali, nuove strutture. La mancanza di riferimenti tipologici preesistenti per un tema del tutto moderno ha favorito la libertà di ricerca del nuovo con esiti che di volta in volta, anche se nell’aura dell’effimero, hanno costituito le opere paradigmatiche del Moderno. Dal Palazzo di Cristallo alla Galleria delle Macchine gli architetti del XIX secolo esplorano la possibilità di creare grandi spazi continui per esibire prototipi e prodotti industriali finalizzati alla propaganda commerciale.
Le esposizioni del XX secolo segnano una evoluzione costante ancor più scandagliano i limiti del possibile tecnologico e morfologico, sempre più tese nell’illusione di poter dare corpo a scene futuribili o utopistiche.
Con la fine del secondo conflitto mondiale, il passaggio a un commercio aperto e senza frontiere genera un rilancio delle attività fieristiche e delle architetture espositive e così, da Milano a Bari, da Torino a Napoli, si rilanciano le campionarie che, come una costellazione, si espandono per le grandi città italiane, sfruttando l’innovazione e il radicamento con le tradizioni per crescere, aiutare le imprese e aumentare la competitività all’estero.
Da qui i collegamenti interdisciplinari con la storia del secondo dopoguerra in italia, le avanguardie artistiche e le sperimentazioni tecnologiche.
La disciplina affronterà gli argomenti relativi a: Architettura e comunicazione grafica, arte e architettura, tecniche di rappresentazione per la promozione del prodotto, tecniche di digitalizzazione per la ricostruzione dei progetti originali dei padiglioni, degli stand e degli apparati effimeri.
Si propone la sperimentazione di una piattaforma per il patrimonio archivistico tra reperti muti e potenzialità conoscitive, un asset fondamentale per la divulgazione e la conoscenza della cultura attraverso la digitalizzazione del patrimonio culturale materiale che lega storia e memoria per una maggiore consapevolezza del progetto presente.
3_RISULTATI ATTESI
Conoscenza e capacità di comprensione della cultura del progetto e dei contesti espositivi post guerra.
Conoscenza e capacità di comprensione applicate grazie alla fruizione del patrimonio architettonico contemporaneo nel campo della digitalizzazione e della eXtended Reality (XR)
Autonomia di giudizio sul valore dei progetti analizzati;
Abilità comunicative attraverso sistemi di rappresentazione misti e integrati;
Capacità di apprendere sia sul piano delle tecniche tradizionali (ridisegno e reinterpretazione dei materiali d’archivio) sia attraverso l’apprendimento della costruzione di modelli digitali e la loro fruizione attraversi sistemi di Realtà aumentata, virtuale, immersiva.
Ultimo aggiornamento: 07-09-2023