1_DESCRIZIONE
Il corso intende fornire gli strumenti di base per conoscere la fenomenologia dell'architettura attuale, in rapporto alla dimensione globale ormai consolidata della post-modernità, introducendo la categoria interpretativa di “architettura ecocentrica”.
L'aggettivo "ecocentrico" sembrerebbe alludere ad un atteggiamento che intenda contrapporsi a quello 'egocentrico' di cui sono accusati i protagonisti dell'architettura internazionale, ma l'architettura non può rinunciare a rappresentare le istanze di gruppi sociali ed attori economici che continuano a raffigurare le forze trainanti dell'economia mondiale; al tempo stesso va rilevato come un altro modo di fare architettura stia crescendo d'importanza, acquisendo una diffusione planetaria.
Questo secondo modo di intendere la progettazione architettonica - che si può definire ulteriore anziché altro, nel senso che si aggiunge piuttosto che essere alternativo a quello dell'architettura globalizzata - non è tanto legato alla rappresentatività di grandi istituzioni pubbliche o private, quanto agli sforzi di attori e committenti meno incisivi nel panorama dell'economia globale, ma ben più partecipi nelle realtà locali.
È grazie al loro essere parte di quanto succede intorno che queste architetture stanno facendo da battistrada ad un'idea della progettazione capace di rimettere al centro le ragioni profonde di un'attività, spesso vista come un fatto tecnico o tutt'al più d'immagine, che appare invece sempre più necessaria a dare una direzione ai bisogni innati di riconoscimento, radicamento e rappresentazione propri delle società umane.
2_PROGRAMMA DEL CORSO
La comprensione dell’architettura contemporanea è strettamente legata alle intense dinamiche di trasformazione che hanno investito paesaggi urbani e rurali, in un arco di tempo che da oggi si estende a ritroso fino ad abbracciare il corso degli ultimi due secoli, a partire dalla visione dell’Illuminismo di razionalizzare quei paesaggi rurali che a partire dal XVIII secolo, appaiono ormai investiti dalle dinamiche di industrializzazione e da una dimensione urbana che nel cuore del continente europeo cominciava a diventare significativa.
Dopo più di un secolo da quelle premesse, nei primi decenni del Novecento, le proposte che i maestri del Razionalismo cominciano a formulare in collegamento con le avanguardie artistiche europee, inaugurano la stagione dell’architettura contemporanea, che si fonda deliberatamente sulla rottura con i modelli storicistici della fine del XIX secolo e sulla sperimentazione di materiali e tecniche costruttive del tutto nuovi che si prestano ad interrogare l’insieme dei problemi posti dalla nuova dimensione quantitativa dell’abitare.
I modelli dell’architettura razionalista si impongono poi nella seconda metà del secolo, all’apice della modernità industriale, prestando in qualche modo il fianco a quella “omogeneizzazione totalitaria del mondo” (P. P. Pasolini), nei paesi più avanzati come in quelli in via di sviluppo, nonostante i molti tentativi volti ad innalzare la qualità di spazi ed insediamenti residenziali. Tra questi tentativi vanno considerate le opere mature di Gropius, Le Corbusier, Aalto e l’opera di Kahn, che riaprendo il contatto con la storia, danno il via al recupero di forme e materiali legati alle grandi tradizioni costruttive dell’antichità. Accanto a queste vanno annoverate le esperienze del Team X e per quanto riguarda l’Italia, la grande stagione della ricostruzione negli anni Cinquanta e Sessanta, in continuità con le esperienze migliori che erano maturate nel ventennio fascista, riflessa nell’opera di progettisti come Michelucci, Scarpa, Albini/Helg, BBPR, Gardella, Ridolfi, Samonà, Valle, De Carlo, etc.
È proprio a questa “tradizione del moderno” che si ricollega coscientemente l’opera dei maggiori architetti contemporanei in uno scenario dove l’onda lunga della modernità si riflette in linguaggi architettonici complessi, chiamati a confrontarsi per un verso con una dimensione del costruire e del fare architettonico ormai planetaria e d’altra parte con i problemi posti dalla crisi tecnologica ed ambientale della fine del XX secolo.
In questo scenario possiamo sinteticamente delineare tre tendenze principali:
La necessità di modificare/conservare/aggiornare gli spazi urbani di formazione novecentesca e prenovecentesca che costituiscono ormai gran parte dello spazio costruito in ogni angolo del pianeta.
Il riemergere di tradizioni architettoniche ed edilizie fortemente legate alle culture locali, secondo un atteggiamento dialogante con il passato e con le risorse paesaggistiche ed ambientali, che era stato già anticipato nella fase finale della parabola razionalista.
L’allargamento del campo d’azione dell’architettura a territori rurali che appaiono ormai scarsamente distinguibili dallo spazio urbano.
A partire da queste tendenze, emerge chiaramente in questi primi decenni del XXI secolo il ruolo dell’architettura come disciplina inevitabilmente complessa, chiamata a contribuire alla qualità dei paesaggi – siano essi rurali, urbani o periurbani – in intima connessione con saperi altri (non solo in campi quali ingegneria strutturale e geologia, ma anche botanica, antropologia sociale o scienze umane in generale) ed operando uno sforzo di sapiente mediazione tra coppie discorsive che, nel panorama odierno rischiano sempre più di essere considerate antinomie irriducibili: ambiente/paesaggio, conservazione/sviluppo, tutela/valorizzazione.
- Ecocentrismo e dintorni: Ingold, Gropius, Jacobs, Shrivastava
- Architettura come processo industriale e rito fondativo: verso un’architettura ecocentrica
- I frutti maturi della modernità: da Lina Bo a Glenda Kapstein
- Europan generation: uno sguardo paneuropeo sulla città contemporanea
- Dopo il welfare state: l’abitare collettivo al tempo della crisi
- La casa unifamiliare: punto di vista sul mondo
- Nuovi spazi per il terziario e l’educazione
- Oltre il mercato: nuovi luoghi per il commercio
- Oltre il museo: parchi culturali e infrastrutture ecocentriche per lo sviluppo locale
- I luoghi della cura e i luoghi dello spirito
- Architettura contemporanea, città storica e paesaggi culturali
- Nuovi regionalismi e tecnologie leggere
3_RISULTATI ATTESI
Conoscenza e capacità di comprensione del ruolo dell’architettura come disciplina complessa, chiamata a contribuire alla qualità dello sviluppo territoriale, conformemente a quanto stabilito dal Codice dei beni culturali e a quanto concordato con la Convenzione Europea del Paesaggio;
Autonomia di giudizio nella valutazione delle esperienze ormai storicizzate dell’architettura del Novecento e di quanto rimane applicabile delle sperimentazioni condotte;
Abilità comunicative delle peculiarità specifiche dell’architettura del XXI secolo, in specifico riferimento alle esperienze dell’’architettura ecocentrica’;
Capacità di apprendere consultando criticamente la bibliografia di riferimento ed approfondendo tramite le esercitazioni proposte.
Ultimo aggiornamento: 25-03-2025